Il “verdello”: il limone dell’estate protagonista della terza fioritura del “femminello siracusano”

Conosciamo meglio il “verdello”, immediatamente riconoscibile per la buccia dal colore verde intenso.

Questa particolare varietà di limone è protagonista della terza fioritura del “femminello” di Siracusa.

Dalla seconda metà di agosto e sino a tutto ottobre, la pianta di limone rifiorisce abbondantemente determinando lo sviluppo di frutti, denominati “verdelli”, a partire da aprile e sino a tutto settembre dell’anno successivo. 

Si tratta di frutti ellittici, di colore verde chiaro non uniforme, con buccia leggermente più sottile rispetto al primofiore e poco aderente alla polpa; quest’ultima, di colore giallo-citrino, fornisce un abbondante succo poco acidulo. 

I volumi di produzione del verdello e le sue caratteristiche

La produzione del “verdello” è abbastanza significativa arrivando a coprire anche il 15 % della produzione totale annuale dell’intera pianta. 

L’importanza commerciale del limone verdello è legata alle ottime caratteristiche organolettiche, alle significative quantità ed all’epoca di commercializzazione (quattro mesi di disponibilità continua a flussi interessanti in piena estate ove il consumo del fresco è significativo per gli utilizzi più svariati [spremuto, a fette nelle bibite o cocktail, a spicchi nelle pietanze estive a base di pesce]). 

L’antica tecnica della “forzatura” per produrre il verdello

Un tempo, per la produzione del verdello, si praticava una tecnica agronomica detta “forzatura”: si interrompeva la pratica dell’irrigazione per tutto il mese di luglio portando la pianta in una fase di stress idrico; successivamente, si effettuavano abbondanti irrigazioni accompagnate da significative concimazioni azotate; ciò induceva la pianta di limone ad avere una abbondante fioritura estiva i cui frutti allegati sarebbero maturati nel periodo estivo dell’anno seguente. 

Oggi, la produzione del verdello è garantita dalla presenza nel territorio di varietà naturalmente rifiorenti, senza il ricorso alle predette tecniche agronomiche di “forzatura”.